Andrej Rublev vede crescere la lista dei suoi successi e si concede qualche rivelazione, durante alcune interviste.
Rublev racconta delle sue sensazioni, delle prospettive future e dei suoi obiettivi.
Si mostra libero nel parlare di Barcellona e si legge un tono vagamente polemico nelle sue parole:
“Sento il torneo di Barcellona come se fosse casa mia, visto che sono membro del club dove si svolge, ma ci sono stati diversi motivi che mi hanno portato alla decisione di non partecipare. L’anno scorso, gli organizzatori del torneo di Barcellona non si sono comportati troppo bene con alcuni giocatori, me compreso. Non voglio rivelare i dettagli, ma erano questioni molto importanti, e non è sorprendente che diversi nomi molto noti non erano nella lista dei partecipanti di quest’anno. Di conseguenza, ho accettato l’invito a giocare il torneo di Belgrado dove sono stato trattato dieci volte meglio di quanto mi aspettassi”.
Si coglie, dunque, tutta la sua delusione per un torneo al quale teneva, ma rimane vago sulle motivazioni che lo hanno spinto a non partecipare.
Dopo l’opinione di confronto tra Barcellona e Belgrado, non si risparmia nemmeno sull’incontro con Djokovic, rivelando le sue impressioni e le sensazioni del momento:
“È stata una grande esperienza e una grande partita. Il fatto che l’intero stadio tifasse per Novak era del tutto normale, sapevo che sarebbe stato così. Novak ha avuto un giorno di riposo prima della finale, cosa che io non ho avuto, quindi mi aspettavo di avere meno possibilità di vincere se il match fosse andato per le lunghe.
Inoltre, ricordo molto bene tutte le volte che Novak è riuscito a recuperare dopo le maratone nei Grandi Slam. Nel terzo set ho assunto un atteggiamento diverso. Penso di aver avuto delle opportunità che non sono stato in grado di sfruttare; in alcuni casi ho commesso alcuni errori, in altri casi non ho giocato abbastanza aggressivo”
Infine, forte del fatto di aver battuto tutti e tre i maestri del tennis Rafa, Novak e Roger, sente di essere più forte, ma non certamente invincibile:
“È ovviamente una grande cosa. Quando arrivi a battere campioni così impressionanti in momenti diversi della tua carriera, ottieni un qualcosa di nuovo che ti aiuterà in futuro.”